lunedì 4 aprile 2016

Boccioni


La poetica di Marinetti

Poetica di Marinetti
Marinetti affronta dal punto di vista tecnico i grandi temi in cui si articola la poetica futurista: la velocità, l'individuo, lo stato d'animo, la guerra. Le sensazioni vengono esaminate e razionalizzate, ridotte a segni grafici ed onomatopeici, facilmente applicabili a ogni aspetto dell’attività umana e della cultura.
Il fine ultimo è quello di "svegliare" la sensibilità attraverso una sensibilità in cui tutti i cinque sensi siano proiettati in una continua sollecitazione segnata dalla velocità.
Presupposti formali del futurismo sono l'adesione totale alla vita moderna, al progresso, al mito della velocità e della macchina, ai ritmi dinamici della nuova realtà di una società ormai totalmente industrializzata. Il movimento, il gesto e la parola entrano nell'opera non come realtà fissate in un attimo irripetibile come nell'impressionismo, ma nel loro ripetersi, nella progressione del loro dinamico accadere.
L'ideologia del movimento coinvolge tutte le forme espressive: dall'arte alla politica, dal costume alla morale, basata su una fede nel primato della vita, della creatività e dell'azione, oltre la ragione e i passati sistemi di pensiero.
Il futurismo è il movimento dell’espressione del dinamismo del mondo moderno; vuole "cantare la civiltà della macchina", perché solo ad una velocità elevata si può avere una diversa percezione del paesaggio, si può attingere sensazioni nuove dal mondo della scienza e della tecnica.

Questi contenuti devono essere espressi in un nuovo modo, perciò Marinetti:
-          abolì il culto della tradizione, nelle poetiche e nel linguaggio;
-          rigettò la sintassi, le parti qualificative del discorso (avverbi e aggettivi);
-          propose di usare le «parole in libertà», cioè senza alcun legame grammaticale-sintattico fra loro, senza organizzarle in frasi e periodi;
-          sostenne la necessità di usare i più disparati elementi linguistici (espressioni dialettali, neologismi, onomatopee di suoni animali e meccanici), per esprimere immediatamente il meccanicismo psichico dell’impressione.

Le indicazioni di Marinetti sono chiare e perentorie:
1. distruggere la sintassi disponendo i sostantivi a caso;
2. usare il verbo all'infinito per annullare l'io dello scrittore;
3. abolire l'avverbio, la punteggiatura, l'aggettivo qualificativo che presuppone un arresto nella intuizione (nel 1913 Marinetti parla di aggettivo semaforico, aggettivo-faro o aggettivo-atmosfera, cioè di un aggettivo separato dal sostantivo, isolato in una parentesi);
4. ogni sostantivo deve avere il suo doppio, cioè il sostantivo deve essere seguito, senza congiunzione, dal sostantivo a cui è legato per analogia (esempi: uomo-torpediniera, porta-rubinetto);
5. trovare gradazioni di analogie sempre più vaste ("reti d'immagini");
6. realizzare il massimo disordine nel disporre le immagini;
7. sostituire la psicologia dell'uomo con l'ossessione lirica della materia;
8. introdurre in letteratura il rumore (manifestazione del dinamismo degli oggetti), il peso (facoltà di volo degli oggetti), l'odore (facoltà di sparpagliamento degli oggetti);
9. uccidere dovunque la solennità.

Il manifesto del futurismo